Suggerimenti e tecniche utili

Riuscire ad inserire nuove abitudini nella nostra quotidianità sembra un’impresa titanica.

Quante volte ti sei ripetuto ‘da Settembre mi iscrivo in palestra e ci vado tutti i giorni!’? Un’infinità!

Vuoi sapere una cosa? Io l’ho fatto davvero 😉

E l’ho fatto cercando di mettere in pratica quei piccoli accorgimenti che in questi anni ho imparato, lavorando su e con me stessa e leggendo tanti (forse troppi) libri sulle abitudini e sulle Soft Skills.

Ma non ti preoccupare, se non sai come fare e nemmeno da dove iniziare ora ti racconto la mia esperienza!

 

Come sviluppare una nuova abitudine e non abbandonarla più

Premetto che sviluppare una nuova abitudine non è semplice, anche se potrebbe sembrarlo. Qualsiasi abitudine cerchiate di inserire e qualsiasi metodo scegliate di utilizzare, dovete essere motivati e impegnarvi per raggiungere il risultato, soprattutto per le abitudini più complesse e soprattutto se fate tutto da soli, ma in ogni caso mettete in preventivo che dovete essere concentrati sul risultato finale.

Detto questo in realtà le cose da fare per inserire una nuova abitudine non sono molte, e possono risultare piuttosto banali:

  • Poniti un obiettivo a lungo termine, la ragione per cui vuoi avviare questa nuova abitudine. Scrivila, su carta o sulle note del cellulare, in un posto dove puoi rivederla (anche per caso) e ricordarla;
  • Decidi ‘a mente fredda’ come e quanto. Come si deve articolare questa nuova abitudine? È un’attività/un comportamento da svolgere una volta al giorno? Tre volte alla settimana? In giorni e/o orari specifici?
  • Scegli una giusta gratificazione. Un premio da assegnarti al termine dell’attività o al raggiungimento di uno step. Ad esempio per l’obiettivo palestra il premio potrebbe essere settimanale: un giorno senza regole alimentari e senza allenamento. Oppure per iniziare a camminare tutti i giorni il premio potrebbe essere fermarsi al termine della passeggiata a trovare un’amica (gratificazione sociale);
  • Inizia;
  • Impara a controllare il rispetto delle regole che ti sei prefissato quotidianamente;
  • Impegnati e mantenere questo comportamento per un paio di mesi, che come già sai voleranno via, e sarai riuscito a renderla stabile.

 

Mano, mano che i giorni passeranno, noterai che le abitudini di controllo, azione e gratificazione sono sempre più automatici e fatti sovrappensiero. Ovviamente si, qui l’ho fatta particolarmente facile, ma per la mia esperienza, è esattamente così e può farcela chiunque.

A tal proposito vi segnalo il libro di Charles Duhigg, Il potere delle Abitudini, che parla proprio di quello che definisce ‘il circolo dell’abitudine’.

Il circolo dell’abitudine è un meccanismo per cui ad un segnale viene avviata un’azione (l’abitudine) a cui va fatta seguire una gratificazione.

 

 

Nello studio delle abitudini andare ad individuare segnale e gratificazione può renderci capaci di modificare qualsiasi abitudine.

 

 

Il concetto è: mantieni il segnale e la gratificazione, ma inserisci una nuova abitudine. L’immagine qui sopra racconta uno degli esempi che l’autore presenta nel libro, quello delle Associazioni di Alcolisti Anonimi e del perché del loro successo.

Duhigg porta anche molti altri esempi di come questi studi sono stati messi in pratica e parallelamente racconta anche come si è sviluppata negli anni la psicologia e gli studi sulle abitudini comportamentali delle persone. Se vi interessa l’argomento un libro da leggere assolutamente!

 

Avete mai sviluppato una nuova abitudine? Siete poi riusciti a mantenerla?

Scrivetemi le vostre esperienze nei commenti e se avete letto altri libri interessanti sull’argomento segnalatemeli!

Sapete cosa mi piace di lavorare con professionisti e piccole imprese? Il rapporto che si crea.
E’ ovvio, il mio lavoro mi piace e lo porto avanti con passione, ma il bello di lavorare come freelance è il contatto umano che si riesce ad avere con le persone.

Quando inizio un progetto con un nuovo cliente non è solamente lui a dover scegliere me, avviene anche l’opposto. E non si tratta di essere pretenziosi o immodesti, ma se lavoro con persone che mi piacciono, che mi trasmettono qualcosa, riesco ad essere molto più efficace, probabilmente perché riesco capirli e a trasmettere i loro veri valori.

team work

Purtroppo però non è sempre così e non è sempre possibile rifiutare delle proposte di collaborazione, per questo oggi vorrei sensibilizzarvi sull’importanza di fidarvi e affidarvi ad una persona.

Cerco di spiegarmi meglio.

Pubblicizzare e promuovere l’attività di un cliente online non è solo un servizio venduto per guadagnare, è un fine comune.

Più io riesco ad essere efficace nel mio lavoro, più riesco a far crescere l’azienda online, più il cliente otterrà visibilità, aumenterà le vendite e cresceranno i nuovi contatti.
In questo modo avrò un cliente soddisfatto, giusto? Sì, e probabilmente questo cliente si renderà conto del lavoro svolto e ne riconoscerà l’importanza, continuando ad affidarsi alla mia professionalità, giusto? Sì, dovrebbe andare più o meno così.

Quindi per quale ragione io dovrei avere il solo obiettivo di ‘vendere’ a questo cliente un Servizio?

Lui ed io abbiamo lo stesso obiettivo: far crescere la sua attività online.

Un altro punto che tengo a precisare è che il Web Marketing è misurabile.
La forza di questo settore è proprio che si riesce a capire se la strategia che abbiamo messo in atto sta funzionando, e se non è così, possiamo modificarla nel modo migliore, adattandola al target, modificando immagini, testi e canali di distribuzione. Nel marketing tradizionale tutto questo non è possibile, ma paradossalmente da molte persone è ancora considerato più affidabile rispetto allo strano e incontrollabile mondo del digitale.

Dovete ricordarvi che la persona a cui vi affiderete, l’agenzia, insomma chi sceglierete per la promozione della vostra attività online, sia per la gestione dei Social, sia per la creazione di una Landing Page, sia per la gestione di un Blog, quella persona Lavora Con Voi. Ha il vostro stesso obiettivo, altrimenti il suo lavoro non funziona, voi non sarete soddisfatti e lui perderà un cliente.

Nota dolente: purtroppo può capitare che si incontrino persone non troppo professionali e non del tutto affidabili in questo mondo. Il consiglio che mi sento di dare è quello di, oltre verificare il percorso professionale su LinkedIn e verificare un pò online con chi avete a che fare, è quello di fissare un incontro conoscitivo. Parlateci, di solito l’istinto è un’arma vincente (almeno per noi donne!).

Inizialmente non volevo scrivere un articolo a riguardo, ma se ne parla talmente tanto che ho pensato di mettere in ordine anche i miei pensieri e darvi la mia opinione sui ‘casi’ del momento: Buondì e Carpisa.

[ Infondo è domenica mattina, diluvia. L’autunno si sta facendo annunciare perfettamente e sotto la coperta si sta così bene che scrivere è davvero facile. ]

Dunque, per chi non l’avesse visto, questo è lo spot buondì:


Lo spot è stato criticato per la morte della mamma causata dall’asteroide, tanto che l’azienda è stata accusata di aver traumatizzato i bambini che l’hanno visto.

Ora, a me personalmente non è sembrata una scena cruenta. Non ho visto sangue, la madre non viene squartata viva da un orso selvaggio e non ho visto la bambina rimanerci particolarmente male, ne in quella scena ne quando capita al padre (ebbene sì, c’è un seguito!).


Per quanto ne sanno i bambini, lo spot potrebbe essere un cartone animato e la madre potrebbe semplicemente riemergere da sotto l’asteroide. Tutto sta nella spiegazione che si da loro ad una loro domanda, ma onestamente non ho avuto l’impressione che fosse una brutta idea. Sicuramente è forte, ma è d’impatto. Personalmente ho trovato più fastidiosa la bambina che con fare saccente pronuncia parole che non verrebbero in mente a nessun bambino della sua età, ma allo stesso tempo il suo intervento fornisce allo spot fin dall’inizio l’alibi di essere palesemente irreale, soprattutto quando lei ripete parola per parola la domanda al padre.

Quindi, andiamo, traumatizzare bambini? Mi sembra esagerato! Soprattutto se penso a tutto quello a cui i bambini hanno accesso oggi a livello di immagini, mi sembra una polemica un pò troppo forzata.

Personalmente mi ha fatto sorridere, soprattutto quando ho scoperto che i geni si erano inventati anche il seguito.

Va bene e mi piace che le pubblicità vengano ‘analizzate’ più a fondo e non ci si limiti a farsele scorrere davanti, ma credo che alcuni genitori abbiano perso il senso dell’umorismo.

risate

 

Passiamo invece a Carpisa. L’azienda ha lanciato un bando di concorso per uno stage, fin qui tutto bene, direte voi, il problema sta proprio nel bando..

carpisa concorso

 

Quindi: acquista una borsa della nuova collezione e avrai la fantastica possiblità di inviarci un piano di comunicazione completo per poter vincere uno stage di un mese, fantastico! No?..

 

carpisa il premio

(Se non avete letto nulla a riguardo qui potete trovare le indicazioni per il bando di concorso che l’azienda ha pubblicato e qui, qui e qui una serie di articoli che ne parlano).

Sarò breve, ma ci tengo a dire due parole prima di stendere un velo pietoso.

Allora, fondamentalmente sono pienamente d’accordo con quello che ha scritto Selvaggia Lucarelli su Facebook (leggete qui), Carpisa ha toppato alla grande.

E’ vero, avrebbe potuto essere un’occasione per qualcuno di vedere come lavora una grande azienda italiana, ma in un mese di cose se ne imparano poche e il punto è che da come hanno pubblicizzato la cosa credo che non si sarebbero nemmeno resi tanto disponibili ad insegnare.

Sicuramente qualcuno questo concorso l’ha ideato, qualcuno l’ha proposto e qualcuno l’ha approvato, quindi mi chiedo: qual è la vera ragione? Perché, andiamo, non è possibile fossero convinti fosse un’ottima idea, e nemmeno che pensassero di passare inosservati.
Non ci credo, davvero. Non trovo possibile che a livelli ‘alti’ ci possa essere chi fa ‘errori’ così grandi.

Piano, certo che si può sbagliare, siamo tutti umani!

Però mi sembra strano che chi di marketing se ne occupa da tempo e lavora in un’azienda che non è proprio l’ultima arrivata in Paese e non è proprio piccola, faccia questo tipo di cavolate. L’immagine che Carpisa ha dato di se con questa operazione è negativa, e non ci piove.

Certo, come ha scritto Selvaggia, sicuramente l’azienda non si aspettava di ricevere un piano di comunicazione al pari di quelli proposti da grandi aziende di marketing, vista la brevissima durata del concorso, ma il punto è come la richiesta viene percepita dall’altra parte. Se ci credi, se davvero pensi che l’azienda ti stia offrendo un’opportunità, ci metti l’anima. E, che tu abbia 20 o 30 anni, usi quei pochi giorni per farti venire l’idea migliore della tua vita, per ritrovarti probabilmente a fare fotocopie e caffè per un mese e dover poi ripartire.

Questa è la cosa che mi lascia un pò con l’amaro in bocca. La poca considerazione dell’impegno che può mettere chi è dall’altra parte e sceglie di partecipare al concorso. Trovo che sia un mix tra mancanza di rispetto e scarsa considerazione per le nuove generazioni.

 

Non esistono verità assolute, guide definitive, corsi brevi e completi. Non esistono scorciatoie.
Mi dispiace dare questa notizia a chi ancora non se ne fosse reso conto, ma è così.

Nel mondo del Web, che tu sia un addetto ai lavori (consulente, designer, developer, copywriter..) o un professionista/imprenditore che ne ha bisogno per farsi conoscere, devi sapere che non c’è una strada semplice, veloce, completa, sicura ed efficace al 100%.

Lavorando in questo settore mi sono resa conto di alcune cose che mi fanno amare ancor di più il mio lavoro e allo stesso tempo detestare chi millanta semplici e veloci soluzioni. Sarà forse perché ogni cosa che io ho imparato e continuo ad imparare mi costa fatica e tempo o forse perché soluzioni di questo tipo, nella mia vita in generale, non ne ho mai incontrate (mannaggia!).

Dunque, la prima cosa che appare evidente è che di studiare non si finisce mai. E non è uno scherzo. Studiare diventa un’attività quotidiana.

guide definitive no grazie - studiare

Bisogna leggere i blog, studiare le novità delle diverse applicazioni, restare al passo con le nuove tecniche, essere continuamente aggiornati. Bisogna esserci insomma. Per poterlo fare però è necessario avere delle buone basi di partenza e una forte motivazione che faccia da motore alla voglia di mettersi in gioco ogni giorno. Eh si, perché quello che leggi, che impari, lo devi testare.

Buon Senso.

Ecco cosa ci vorrebbe oggi.

Ecco di cosa sento la mancanza.

Quando si creano strategie di Web Marketing bisogna avere buon senso. Spesso dico, e sento dire da professionisti riconosciuti e con molto seguito, che le basi per una buona strategia di Web Marketing partono dalla conoscenza del cliente. Capire i suoi valori e comprendere a fondo i suoi obiettivi per mettere le fondamenta di un buon progetto.

Questa considerazione non è scritta o detta per cercare di conquistare i clienti, ma perché è la verità.
Come potrei sviluppare una strategia di Web Marketing o sviluppare un progetto di Web Design senza conoscere a fondo il mio cliente?

Come può una qualsiasi azienda cercare di vendere un prodotto o servizio ai suoi clienti se non sa chi sono i suoi clienti? Semplice, non può.
Ma per quanto mi riguarda, questo rientra nell’avere buon senso. Un professionista che cerca di ‘vendermi’ una soluzione standard non ha capito nulla, ne di me ne tanto meno del suo lavoro, almeno secondo la mia esperienza.

Il buon senso però, lasciatemelo dire, ci vorrebbe anche nel verso opposto, ovvero nei confronti dei professionisti da parte dei clienti.
Buon senso significa non pretendere di raggiungere la luna in una settimana, specialmente se la vuoi raggiungere in macchina.

Buon senso significa lasciar fare al professionista il proprio lavoro, senza pretendere che il blog letto dal figlio la mattina in autobus sia la verità assoluta.

Buon senso significa rispetto degli orari.
Buon senso significa fiducia nel lavoro del professionista a cui ci si affida.

Certo, la fiducia va conquistata e come in tutti i lavori bisogna dimostrare di meritarla, ma su questo tema dovremmo discuterne a parte.

Ragazzi, studiare è bello. Sembra assurdo ma è così!
Se studi quello che ti piace, se leggi cose che ti servono davvero per il tuo lavoro, se ti rendi conto che quello che studi ti fa crescere. Lavorare e crescere di un gradino tutti i giorni, è fantastico.
Oggi abbiamo la possibilità di modellare il nostro futuro basandoci solo sulle nostre competenze, certo ci vuole iniziativa, ci vuole dedizione e sacrificio, ma lo spazio c’è e le possibilità anche, dobbiamo riuscire a non farci abbattere.

guide definitive no grazie - formazione personale

Quindi, per concludere questo flusso di coscienza:
studiare, testare, formarsi, leggere, provare e non smettere mail di voler crescere.

Un po’ di sana Ambizione e un pizzico di Competizione, senza lasciare a casa l’Umiltà e la consapevolezza dei propri limiti. Questa è l’unica ricetta vera – finale – completa – assoluta ; questo è l’unico modo per crescere e per ottenere dei risultati. Metteteci passione, condita con dedizione e un po’ di sacrificio, e i risultati non tarderanno ad arrivare.

..ah e mi raccomando, buon senso! 🙂