Se ne sente parlare ormai da molto tempo e la frase “il blog è uno strumento davvero utile” penso sia una delle più utilizzate da chi si occupa di web marketing negli ultimi anni.
Ma a cosa serve davvero un blog? E soprattutto: cosa fa il blog per una piccola azienda?
Sicuramente molti di voi avranno già idee formate a riguardo, la mia versione è che il blog serve per farsi conoscere. Si lo so, sembra un’affermazione piuttosto scontata e banale, ma non lo è affatto. Ciò che davvero fa la differenza è come il blog viene utilizzato.
Che cos’è lo sappiamo tutti, all’interno di un sito web alla pagina blog vengono raccolti tutti gli articoli pubblicati, nuovi prodotti, idee, servizi, informazioni e quant’altro. La maggior parte delle attività lo utilizza come un piccolo giornale, per mettere in luce successi e avvenimenti importanti, purtroppo però questo utilizzo è limitativo.
Quando il blog è nato, vent’anni anni fa per essere onesti, nessuno credeva sarebbe diventato una delle chiavi di una buona strategia di comunicazione online. Certo è che ha sempre (e da subito) avuto un ruolo importante e significativo, permettendo a molte persone di monetizzare il loro impegno e guadagnare attraverso questa attività, ma oggi le cose sono cambiate.
All’inizio tutto ciò che veniva fatto era avveniristico, era una novità. Oggi ci sono blog per qualsiasi cosa: cucina, animali, casa, pulizia, trucchi, automobili, vestiti, medicinali, salvaguardia ambientale.. potrei continuare la lista scrivendo per un’intera giornata. Negli ultimi anni però si assiste ad una sovra-informazione online. Oggi infatti ci sono talmente tante notizie sul web da aver scatenato la lotta alle Fake News, di cui sicuramente avrete sentito parlare ( e di cui si è parlato molto in questi giorni per la modifica di Facebook sulla condivisione dei link, per approfondire clicca qui e qui ). La quantità di cose caricate nel web è incalcolabile e per questa ragione acquista sempre più importanza la qualità dei contenuti.
Sono aumentate le informazioni e sono aumentate anche le persone che cercano informazioni online, ma anche loro stessi sono cambiati: hanno dei bisogni, cercano per ottenere delle risposte, non per diletto (o meglio anche per quello, ma sempre con un obiettivo). Quando una persona digita una chiave di ricerca ha bisogno che qualcuno gli fornisca informazioni su quell’argomento, e sapete chi riesce a farsi notare? Chi produce contenuti di qualità. Ed è qui che il blog gioca un ruolo decisivo.
I robot che analizzano internet e leggono tutte le pagine di tutti i siti premiano sempre di più chi produce contenuti originali e di qualità, che diano all’utente quello che cerca: l’informazione. Chi la fa da padrone oggi è una parola che a me personalmente piace moltissimo: pertinenza.
I motori di ricerca mettono in mostra chi fornisce contenuti di qualità che siano pertinenti con quello che la persona sta cercando.

Ve la faccio breve, cercando di darvi un’altra chiave di lettura, la mia personale.
Facciamo finta di dimenticarci per un momento di tutti i tecnicismi e le regole di cui siamo sommersi, dimentichiamoci della SEO, delle parole chiave, del posizionamento e dei contenuti di qualità.
Proviamo invece a parlare di racconti.. e di vendita, perché siamo onesti, di questo si tratta. Che sia la visibilità, che sia la vendita di un prodotto o la promozione di un servizio, il 99% delle azioni fatte online da un’azienda ha uno scopo commerciale. Ed è a questo proposito che oggi tornano in voga tutte le tecniche di vendita dei commerciali di una volta, quelli che tutti i giorni prendevano la macchina, indossavano il loro sorriso più sfacciato e bussavano alla porta dei clienti proponendo la loro azienda. Chi era bravo in questo lavoro, non lo faceva ‘a caso’, ma lo studiava. Studiava il linguaggio del corpo, suo e del suo interlocutore. Sapeva cosa dire e come dirlo e spesso cambiava tono, parole e storia a seconda di chi aveva davanti. Ma c’era una cosa che mai lasciava al caso: la presentazione del prodotto. C’erano delle tecniche e degli strumenti di cui si serviva, cataloghi, fotografie, racconti, tutti con un unico scopo: suscitare delle emozioni.
Tutti noi compriamo online, tutti acquistiamo anche servizi online e la maggior parte di noi sa quanto sia limitata l’attenzione e quanto sia difficile far arrivare un lettore alla fine dell’articolo. Qual è la chiave quindi, cosa ci fa distinguere nel mucchio? La risposta che io ho scelto di far mia si compone di due elementi, il primo riguarda la costruzione di un racconto attorno all’oggetto del desiderio, il secondo riguarda il modo in cui questo raconto viene narrato. Sicuramente avrete sentito parlare di Storytelling, ma ne parlerò meglio tra qualche giorno e non voglio fuorviare la vostra attenzione adesso, pensiamo solamente alla potenza di una storia ben raccontata a livello di vendita.
Oggi quel commerciale che tutte le mattine nel suo bel vestito passava la giornata a farsi offrire (o offrire) caffè non c’è più, ma tutto il resto c’è ancora. Quando si parla di capire il target, dell’individuazione delle buyer personas, di scegliere il tono con cui raccontarsi, si fa esattamente quello che il nostro amico venditore faceva ogni giorno: dare al cliente quello di cui il cliente ha bisogno.
Ad esempio, se un avvocato deve parlare ad un pubblico di giovani ragazzi che hanno appena aperto partita iva per dar loro dei consigli di gestione non utilizzerà certo lo stesso tono e lo stesso discorso che utilizzerebbe se la platea fosse composta da uomini d’affari con oltre 10 anni di esperienza.
Se una storia coinvolgente viene raccontata con passione ad un pubblico interessato, quella storia non ha barriere.
Nel mio campo, nello specifico per me stessa, io sono il mio racconto e il mezzo attraverso il quale mi posso raccontare. Io, il mio sito web, i miei profili social e, dulcis in fundo, i miei articoli.
E’ attraverso le mie parole che le persone imparano a conoscermi, è attraverso le mie storie che si può apprezzare il mio lavoro. Come scrivevo in questo articolo su come è cambaito il modo di comunicare oggi, ciò che fa davvero avvicinare le persone è la verità, il sentirsi realmente parte di qualcosa, sentire di avere problemi comuni (e che ci sono soluzioni comuni).
Mi sono allontanata dall’argomento blog perché volevo che capiste quanto è importante la comunicazione online. Investire in blogging oggi significa capire l’importanza di un’interazione con l’utente e della comunicazione digitale di per sé. Le aziende che sanno ascoltare hanno la possibilità di creare articoli per avvicinare i loro potenziali clienti.
Se fornisci loro informazioni utili e concrete non potranno che seguirti, perché si fideranno di te.
Uno degli aspetti che mi fanno amare questo strumento è che è meritocratico. Se le informazioni che condividi sono vere, scritte in modo adatto al tuo target e pertinenti (e ciò significa anche competenti!), sarai premiato. Ed è per questo che spesso consiglio di dimenticarsi per un momento di tutte le regole che ci viene chiesto di rispettare e di pensare semplicemente a raccontare.
Nella pubblicità degli anni ’60 quando il team di creativi doveva trovare uno slogan e un’immagine adatti ad un prodotto iniziavano dal prodotto stesso: ascoltavano le aziende, visitavano la produzione, testavano il prodotto e si chiedevano.. perché le persone dovrebbero averne bisogno? Come può essere loro d’aiuto questo prodotto?
Se tutti i contenuti presenti online fossero sviluppati seguendo queste due domande il web sarebbe un mondo meno caotico!

Se vuoi approfondire il mondo del blogging o vorresti capire come sfruttare questo strumento per la tua attività, scrivimi!