Un editoriale senza titolo, e senza immagini.
Non scrivo su questo blog da moltissimo tempo, ma oggi sentivo il bisogno di far uscire un po’ di parole.
Oggi è una giornata di sole, ma tutto attorno sembra grigio e spento. È il giorno in cui è iniziata l’invasione in Ucraina, e tutto sembra surreale.
Non è questo lo spazio in cui dibattere queste tematiche, lo so, e non ho intenzione di farlo, ma era giusto contestualizzare anche il perché ho deciso di tornare dopo tanto.
Da diversi mesi rifletto sulla possibilità di avviare, tramite il mio sito, blog e canali social, un servizio di promozione specifico per piccole imprenditrici, che abbiano voglia di avviare o migliorare il loro business nel digitale.
Durante questi mesi di riflessione ho pensato più volte all’importanza di una comunicazione corretta, coerente, trasparente e finalizzata alla crescita e all’apprendimento, perché troppo spesso ‘noi del digital’ veniamo visti come quelli che si nascondo dietro a paroloni e inglesismi spesso non necessari. Ed è da qui, e dalle richieste che mi arrivano, che nasce la voglia di creare un percorso specifico, dedicato a professioniste e piccole imprenditrici, dalla voglia di creare competenza attorno ad un settore che è maltrattato da tutti, spesso anche da chi già ne fa parte. E parallelamente dal desiderio di creare connessioni tra donne, perché troppo spesso ci facciamo lo sgambetto l’una con l’altra anziché tenderci la mano. Io invece credo molto nella solidarietà e nella forza della sinergia che si crea in un rapporto tra donne, anche di lavoro.
E oggi, giornata in cui il ruolo dell’informazione e dei canali digitali viene rimesso al centro, per l’ennesima volta in questi anni di Covid-19, non potevo più fermare il flusso di coscienza: ho deciso di rimettermi a scrivere.
Oggi scrivo per me, per rimettermi in riga, con l’obiettivo di tornare a scrivere continuativamente per cercare di trasmettere informazioni affinché il Digital non sia più considerato quel posto dove puoi fare quello che ti pare, tanto..
Ma, dicevo, oggi scrivo per me.
Sono stati anni.. duri. Pur sapendo perfettamente che le tempeste che stavamo attraversando erano vere e proprie tormente, ne sto iniziando a comprendere la portata solamente ora. Anni in cui a farla da padrone sono state la paura e l’incertezza. Anni circondati da morte, da dolore, da colpi pesanti.
Eppure la luce c’è stata: Olivia. Arrivata in un momento buio a portare la luce e ridimensionare tutto. Da quando sono diventata mamma sono cambiate molte cose, più di quante immaginassi.
Il mio livello di pazienza, ad esempio. Con lei riesco ad avere una pazienza incredibile, che non ho mai avuto in nessun altro aspetto della mia vita. E questo mi sta insegnando moltissimo, ed è utile anche nel mondo del lavoro. Mi sta insegnando a rispettare il Tempo. E che il tempo, richiede tempo.
..Uh che pesantezza questo articolo, me ne rendo conto, ma oggi è una di quelle giornate lì. E poi sono talmente fuori-fase che la mia mente salta continuamente da un tema all’altro, devo allenarmi a mantenere il focus.
Essere genitore ha rimesso in discussione le mie priorità attribuendo un valore diverso alle cose, anche alle azioni di comunicazione e di marketing. Perché ci sono momenti in cui vorremmo dire mille cose, schierarci e dire la nostra su ogni avvenimento, ma spesso in quei momenti la sola cosa da fare è tacere, aspettare, respirare. E rispettare.
Oggi il potere e la forza della condivisione attraverso i social e il digitale sono ancora una volta al centro delle dinamiche di relazione umane e non possiamo far finta che non siano importanti per il nostro futuro. Dobbiamo imparare a conoscere gli strumenti che abbiamo a disposizione e ad utilizzarli bene, sia come individui che come professionisti e aziende.
Spesso il mio lavoro viene scambiato per l’IT-GUY, ce l’avete presente? L’amico smanettone che chiamavi perché non ti si accendeva il pc, o il tostapane.. Ecco, negli ultimi mesi in tanti tra parenti e amici mi hanno implorato di risolvere i loro problemi con account instagram bloccati, pagine facebook irrecuperabili, programmi da installare, email da configurare.. tutto quello che riguarda la tecnologia viene messo in un unico grande calderone.
Mettendo da parte la mia frustrazione e rassegnazione data dall’essere considerata ‘quella dei computer’ in famiglia, la mia riflessione riguarda il ruolo di responsabilità che abbiamo nell’utilizzare questi ‘nuovi’ mezzi di comunicazione.
Guardo mia figlia e penso a quanto sarà difficile insegnarle che online ci sono cose a cui non deve credere. Il ruolo delle fake news, della propaganda politica, della divulgazione scientifica e della comunicazione digitale nella società di oggi è centrale, come nelle vite di tutti noi.
Abbiamo il dovere, nei nostri settori di competenza, di rispettare le nuove generazioni:
- dobbiamo creare consapevolezza intorno a questi strumenti;
- dobbiamo diffondere informazioni verificate;
- non dobbiamo farci prendere la mano onlinem solo perché nascosti da uno schermo;
- dobbiamo metterci la faccia e rispettare – sempre – chi c’è dall’altra parte;
- dobbiamo smettere di scindere la nostra realtà offline dal mondo digitale, come fossero due cose distinte;
- dobbiamo agire online come lo faremmo realmente, con attenzione, con competenza sul lavoro, con rispetto nelle relazioni.
La trasformazione a cui stiamo assistendo con la blockchain, le criptovalute, la realtà virtuale, il metaverso, tutto ci sta dimostrando che sempre più ciò che facciamo nel mondo digitale influisce sul reale e rispecchia chi siamo.
Quindi, ancora una volta, è una questione di scelte. La vita è fatta di scelte, più o meno difficili. Come la mia di oggi: tornare a scrivere i miei pensieri in un mondo duro, crudo, cattivo. In un contesto in cui c’è ben altro da leggere che le mie parole, ma magari a qualcuno servono, magari qualcuno aveva bisogno di non sentirsi l’unico sfasato (sempre presente per non farvi sentire soli in questa cosa). O forse, semplicemente, servivano solamente a me.