Ma cosa stiamo facendo?
Ve lo dico subito: questo è un articolo – sfogatoio.
Negli ultimi mesi le cose che mi sento dire più spesso sono:
- Eh ma non lo sapevo
- Eh ma chi mi ha fatto il sito non me l’ha detto
- Eh ma chi mi ha curato i social non sapeva come fare questa cosa
- Eh ma le sponsorizzate non me le curavano loro ma un altro
- eh, eh, eh.
Ragazzi, cerchiamo un attimo di fermarci e fare un po’ d’ordine.
Allora, nessuno di noi sa (o può sapere) tutto, e se abbiamo un ruolo o una specialità tanto meglio, vuol dire che siamo ferratissimi in qualcosa. Ma il problema che vedo io sta proprio nella gestione del cliente.
Il nostro obiettivo principale, qualsiasi sia il nostro lavoro (designer, advertiser, copywriter … ) deve essere incentrato sulle necessità del cliente e della sua attività, e dovrebbe essere completo.
So perfettamente che chi si occupa di progettare e/o sviluppare il sito web generalmente non può occuparsi anche del suo posizionamento, però non ci si può limitare a non farlo, bisogna spiegare al cliente di cosa si tratta, perché non viene fatto, consigliare un professionista per farlo, e via dicendo.
Non possiamo limitarci a fare il nostro pezzetto perché ci pagano.
Cioè si, va bene, quello è il nostro lavoro ed è giusto essere pagati per quello, però per etica personale e professionale non possiamo non comunicare gli altri step solo perché non ci competono.
Sento sviluppatori parlare dei temi custom di WordPress come fossero il Sacro Graal, e poi non fare niente – e dico niente – lato SEO.
Vedo Social Media Manager aprire pagine Facebook e riempirle di contenuti vuoti, di nessuna utilità per l’utente.
Leggo testi bellissimi di copywriter incredibili, perfetti anche lato SEO, ma inseriti in pagine con URL completamente errate e fuori contesto e senza meta-tag inseriti.
Vedo clienti gestire siti in autonomia caricando immagini da 3mega senza alt-tag e scrivendo tutti i titoli in maiuscolo.
Insomma, vedo cose che voi umani…
E questa è solo una piccolissima parte.
Non pretendo, e non è possibile, che un Copywriter si metta a modificare i permalink di un sito WordPress, o a impostare i redirect in pagine che vengono cancellate, ne tanto meno che un Designer avanguardista si impegni in un progetto SEO, ma credo sia nostro dovere informare il cliente, fargli capire quali passaggi mancano perché il lavoro sia completo, spiegargli le cose, indottrinarlo.
È nostro dovere perché, se continuiamo a lavorare a pezzetti, non riusciremo mai a uscire dal circolo vizioso dei Cugini e dei ‘ragazzi che mi seguono il web’.
E non so voi, ma io sono stanchina di questi discorsi.
Il cliente va guidato, e mi rendo sempre più conto che questa è una delle cose di cui le persone hanno davvero, ma davvero, bisogno.
Dobbiamo far capire il valore dei progetti di comunicazione online spiegandone le varie fasi, a cosa servono e quali vantaggi o svantaggi porta all’azienda farle oppure non farle.
Abbiamo il dovere di guidare il cliente verso la soluzione più adatta alle sue necessità, per tipologia di azienda, budget a disposizione e obiettivi.
Per me questa è una delle parti più belle del nostro lavoro: far vedere e capire quanto è complesso nel suo insieme, quante sfaccettature possono esserci di una stessa medaglia.
Guidare il cliente in questa giungle dimostrandogli che la mia esperienza (e i miei errori!) mi sono serviti da bagaglio culturare per muovermi con sicurezza e destreggiarmi senza difficoltà nelle diverse fasi del progetto.
E vi assicuro che questa capacità vi viene riconosciuta.
Perché vengono continuamente assaliti da mille dubbi e perplessità:
- perché il mio sito non si vede su google?
- perché non ricevo nessuna richiesta di contatto?
- ho speso soldi per l’avvio della pagina Facebook ma non ho ricevuto nessun feedback, sono sempre quelle 7/8 persone che vedono i miei post..
- mi hanno fatto un blog ma non ci scrivo dal 2016
- mi hanno detto di scrivere le didascalie in inglese su instagram e postare tutti i giorni, ma non so cosa metterci
- in che senso mi chiede se ho aggiornato il sito e se qualcuno segue la manutenzione?
- ma perché il mio sito è così lento?
Sono solo le prime che mi sono venute in mente.
Insomma, il succo del discorso è: cerchiamo di essere dei facilitatori, e non l’opposto.
Io personalmente ho scelto di farmi carico anche di problemi non miei, cercando eventualmente collaboratori al bisogno, perché mi rendo perfettamente conto che per chi ha dubbi sul significato della parola ‘dominio’ o ‘resposive’ è davvero complicato riuscire a capirci qualcosa, e io, che invece qualche parolina la mastico, sento la responsabilità di portarli sani e salvi fuori dal labirinto.