Avete presente il packaging di Corona con le lattine che si avvitano?
(Se non ne avete mai sentito parlare, guardate il video!)

Alcune volte abbiamo la sensazione che sia già stato detto tutto, fatto tutto, scritto tutto.. “e che valore aggiunto potrei dare se lo facessi io? Sicuramente l’hanno già fatto in tanti e probabilmente meglio di me..”

Eppure, c’è sempre spazio.

Questo esempio di Corona lo trovo molto motivante: stiamo parlando di una lattina di Birra, che cercava un modo per essere più sostenibile. Diciamocelo: non un compito facile innovare in questo settore di mercato.

Eppure ci sono riusciti: creando un pack che non solo evita consumo di plastica e/o carta aggiuntiva, ma che da anche al Brand una nuova chiave di attualità e modernità.

Corona ha conquistato una fascia di pubblico nuova e più giovane, con una mossa di Marketing molto intelligente.

Sapete qual è un’altra caratteristica bella e importante di questo nuovo pack di corona? Che l’azienda ha liberato il design, il che significa che potenzialmente tutte le aziende possono utilizzare la loro idea liberamente, perché sperano in una riduzione dell’uso della plastica e in un vantaggio reale, a lungo termine, per l’ambiente.

Ora vi stupirò: questa notizia che vi ho appena raccontato non è nuova. Risale al 2019.

Si, Corona ha lanciato questo progetto nel 2019.

L’ha portato avanti? Qualcuno di voi l’ha mai visto realizzato? Era stato avviato in Messico come test e avrebbe dovuto diffondersi in tutto il resto del mondo velocemente, ma non ci sono aggiornamenti su queste particolari lattine ad oggi e non si sa se il progetto è stato sospeso o abbandonato.

Da dire c’è che l’azienda continua ad essere molto attenta alla questione packaging e ambiente: nel 2021 ha lanciato la nuova confezione in carta riciclata derivante da scarti alimentari (per la precisione dall’orzo in eccesso) per la confezione da sei bottiglie in vetro.

Ma tutto ciò non cambia il punto centrale di questo articolo: non fatevi fermare dalla paura del “ma sicuramente l’hanno già fatto e meglio di come avrei potuto farlo io”. Andate oltre. Buttatele giù quelle idee, scrivetele, ragionateci.. magari il 90% le butterete, ma chissà cosa può nascere dal quel piccolo 10%..

Un piccolo consiglio personalissimo sulla questione della creatività..

È la staticità ad uccidere la mente creativa e l’evoluzione personale.

La routine è vita per l’essere umano, è benessere, ma deve essere alimentata.
Routine significa anche tenersi dei momenti per sorprendersi.

Prendetevi del tempo per leggere (di tutto, non solo di lavoro), guardate i film al cinema, andate a passeggiare per le città guardando in su, fatevi contaminare da tante cose diverse. Non guardate solo film che siete sicuri vi piaceranno; non leggete solo un genere di libri.

Fatevi stupire (in positivo e in negativo, se necessario).

Siamo alle prime settimane di gennaio e Facebook non ci fa mancare le novità: un nuovo layout per le pagine facebook.

Al momento il cambiamento riguarda unicamente le Pagine di Creator e Personaggi pubblici, non sappiamo ancora se e quando il nuovo design verrà rilasciato anche per aziende e attività locali, ma vediamo quali novità sta introducendo il gigante blu.

Come possiamo leggere sulla News ufficiale di Facebook, il cambiamento è in Roll Out nei prossimi mesi e pian, piano diverrà operativo per tutti.

nuovo-layout-pagine-Facebook

L’obiettivo principale è quello di dare maggiore libertà d’azione agli influencer, un modo per avvicinarsi a questo mondo e per mantenere questo importante bacino all’interno della piattaforma.

 

Con il nuovo Design Facebook rende le pagine più interattive e più partecipative, vediamo nel dettaglio le novità:

  • Un nuovo layout che rende la pagina più pulita e semplice
  • Un News Feed dedicato per scoprire, cercare e soprattutto interagire. Le pagine potranno partecipare alle conversazioni, seguire i contenuti di tendenza e interagire con Fan e contenuti
  • È stato semplificato il passaggio tra pagina e profilo personale
  • Sono stati migliorati gli strumenti di gestione della pagina e l’assegnazione dei ruoli, anche nei messaggi, inserzioni e contenuti

 

Gli Influencer avranno quindi maggiori possibilità di entrare e rimanere in contatto con i propri Follower: e qui è una delle novità più importanti, spariranno i ‘Mi Piace’ in favore dei soli Follower, dato molto più significativo e di qualità superiore.

Per i creator inoltre la possibilità di commentare ed entrare in contatto con il pubblico garantisce maggiore visibilità, perché i loro commenti saranno inseriti in una posizione favorevole e più visibile rispetto agli altri, posizione che sarà ulteriormente migliorata nel caso di profilo verificato.

 

nuovo design pagine Facebook

 

Facebook inserisce anche un nuovo formato Q&A – simile alle domande di Instagram nelle Stories – al momento attivabile solamente da Desktop. Si tratta della possibilità di aprire una sessione di domande e risposte, attiva per un tempo massimo di 24ore.

Facebook sta cercando di avvicinarsi ad un mondo che sempre più preferisce altri strumenti e il tentativo è quello di dare loro più spazio di manovra, permettendo azioni di Personal Branding più interessanti e coinvolgenti e diminuendo il distacco che le pagine – soggetti principalmente passivi/inattivi se non nei loro spazi – creavano con gli utenti.

I cambiamenti, a detta dello stesso Facebook, sono solo all’inizio. Vedremo dove questa direzione porterà il Big Blu e se sarà in grado, grazie a questi cambiamenti, di togliersi l’appellativo di Social Vecchio – o morto! – e guadagnarsi un nuovo spazio.

In Settembre 2020 Instagram e Messenger hanno annunciato un’unione più solida e una serie di novità e cambiamenti nelle piattaforme di messaggistica.

Tutti i nuovi strumenti annunciati avevano lo scopo di rendere più semplice restare in contatto con gli altri. Lo scorso anno con l’arrivo del Covid-19 gli strumenti digitali hanno permesso a molte persone di non sentirsi completamente sole e i Social hanno lavorato duramente per creare delle nuove possibilità che permettessero a tutti di ‘fare cose insieme’.

In Novembre 2020 Instagram annuncia l’aggiornamento dei Direct e la disponibilità di Watch Together.

watch together instagram

L’aggiornamento prevede che nei DMs si possa avviare una Video Chat in cui guardare insieme IGTV, Reels, film e video di tendenza in tempo reale e mantenendo attiva la video-call.

 

Un’esperienza per rendere possibile fare qualcosa di semplice come guardare un film insieme anche non potendo stare fisicamente insieme.

La medesima funzionalità è disponibile anche su Messenger, ovviamente, anche nelle Messenger Room.

Le due piattaforme di messaggistica hanno rilasciato anche i Temi per Chat, già disponibili per tutti gli account, per personalizzare le conversazioni, ma anche stickers personalizzati, reazioni con Emoji personalizzate e molto altro.

nuovi strumenti instagram

Qui potete leggere la News ufficiale con tutti gli strumenti in Roll Out per restare in contatto con Follower e Amici.

 

Oggi torniamo a parlare di Instagram e lo facciamo con uno strumento ancora poco utilizzato: le Guide.

Le Guide sono state lanciate in Maggio 2020 con l’obiettivo di supportare il Benessere delle persone, durante il periodo del primo lockdown e in piena pandemia. Il Focus che ha portato alla loro creazione è stato far si che i contenuti riguardanti benessere, equilibrio corpo-mente, psicologia ecc, avessero una maggiore visibilità e uno strumento in più per fare informazione.

Cosa sono le Guide di Instagram?

Le guide sono considerabili come Raccolte: l’account che le utilizza può raccogliere una serie di post da lui pubblicati per creare una mini guida. Ad esempio un’insegnante di Yoga che ogni settimana pubblica delle mini-pratiche tematiche potrebbe, a fine mese, raccogliere tutti i post in una Guida unica a disposizione degli utenti.

Una bella possibilità per avvicinarsi agli utenti e facilitare loro la ricerca di contenuti e la fruibilità dei contenuti ‘vecchi’, essendo la Gallery del profilo cronologica.

In novembre 2020 Instagram amplia lo strumento rendendolo disponibile a tutti e soprattutto, più visibile.

le guide di instagram

Le Guide sono ora disponibili per tutti gli account, possono essere create e condivise nelle Stories o nei Direct. Le Guide possono riguardare anche Prodotti, che possono rimandare all’Instagram Shop, il che amplifica la diffusione di contenuti e la possibilità di scorprire account, brand e prodotti che non si conoscevano.

Lo strumento è pensato per avvalorare il lavoro dei Creator che sono fonte di grande ispirazione per gli Utenti della piattaforma, che si parli di una crema viso o di scoprire un nuovo posto o di commentare un nuovo libro.

Sul sito ufficiale si legge:

Ci auguriamo che le Guide forniscano un altro modo per connetterti con i tuoi account preferiti e lasciarti ispirare dai contenuti che le persone amano su Instagram.

Sicuramente è una nuova possibilità per tutti come utenti e per chi lavora con la piattaforma per dare maggiore visibilità ai suoi contenuti e lasciare libero spazio alla creatività.

Scopriamo insieme cos’è il Creator Studio di Facebook e come utilizzarlo.

Oggi torniamo nel magico mondo di Facebook e delle sue novità e parliamo del Creator Studio, che ormai tanto più nuovo non è, ma nonostante ciò in molti ancora non lo utilizzano.

Facebook però ha puntato molto su questo strumento, tanto che già da ora su alcune pagine non è più possibile programmare i post se non utilizzando il Creator Studio.

Di cosa si tratta: Il Creator Studio è un Tool ufficiale di Facebook che permette di pubblicare e programmare i post per le Pagine Facebook e per i loro profili Instagram collegati.

Dove trovarlo:

  • Direttamente a questo indirizzo: https://business.facebook.com/creatorstudio/
  • Sulla vecchia versione di facebook all’interno di ‘Strumenti di Pubblicazione’ e poi cliccando su Creator Studio sul menu laterale
  • Sulla nuova versione di Facebook cliccate sempre su ‘Strumenti di Pubblicazione’ poi in alto Facebook stesso vi propone di gestire i post tramite Creator Studio, vi basterà cliccare su ‘Prova subito’.

Il Creator Studio è stato rilasciato circa a metà del 2018 in versione Beta, più o meno in contemporanea al nuovo layout Facebook (sempre in versione Beta e non disponibile per tutti i profili).

È approdato più o meno ufficialmente a tutti nei primi sei mesi del 2019. In molti però, essendo ancora operativi anche i vecchi sistemi di pianificazione e pubblicazione, non si sono cimentati con questo nuovo strumento fino al 2020. In gennaio infatti è diventato obbligatorio passare attraverso il Creator Studio per la programmazione dei post.

Il sistema è non solo più semplice, ma anche molto utile poiché in un’unica interfaccia posso gestire diverse pagine (volendo anche confrontandole) ed è possibile anche collegare i Profili Aziendali di Instagram e pubblicare e pianificare i post anche per il Secondo Social della Facebook Family.

Ebbene si, grazie a questo tool ufficiale in un unico posto possiamo gestire i post Facebook e quelli di Instagram, ma non solo: possiamo anche gestire la nostra community e vedere una serie di dati statistici dei post, anche se per molte pagine i dati non aggiornano correttamente e tempestivamente, ma sicuramente lo strumento verrà potenziato ulteriormente.

Una funzionalità utilissima per chi gestisce le community su Facebook e Instagram è la sezione ‘Posta’, da dove è possibile rispondere a commenti, messaggi e Direct, compresa anche la possibilità di gestire risposte automatiche.

Per agenzie e professionisti che gestiscono diverse pagine è un strumento da non sottovalutare, anche perché nativo di Facebook.

Per la reportistica sicuramente ci sono strumenti molto più avanzati e dettagliati, anche all’interno del Business Manager, ma onestamente sono convinta che Facebook spingerà ancora molto sul Creator Studio. Per esempio qualche tempo fa è stata rilasciata l’applicazione ufficiale del Creator Studio, a cui piano, piano stanno aggiungendo sempre più funzioni.

Ah, e non dimentichiamoci che da Creator Studio possiamo pubblicare anche su IG TV, semplificando un po’ la gestione.

A mio avviso, nonostante le difficoltà iniziali dello strumento e qualche incongruenza nei dati statistici, è uno strumento molto pratico per la gestione professionale delle pagine aziendali.

 

La scorsa settimana ho fatto dei sondaggi attraverso le Stories del mio profilo Instagram per comprendere meglio gli interessi di chi mi segue e poter creare dei contenuti di Valore adatti alle loro necessità.

Tra le tematiche più richieste c’è Linkedin.

Con mia sorpresa in molti ancora non hanno o non utilizzano il loro profilo su quello che è considerato il social Professionale.

Probabilmente questo succede perché Linkedin non è  facile e veloce come gli altri Social a cui siamo abituati, oppure perché ne siete rimasti delusi dopo aver aperto il profilo e non aver ricevuto immediatamente alcuna proposta. Ma anche LinkedIn ha le sue regole e in ambito business i contatti e le richieste che si possono fare /ricevere sono di qualità nettamente superiore.

 

Ma come ottenere un profilo efficace su Linkedin?

E cosa fare una volta ottimizzato il profilo?

Ecco questo articolo nasce da queste domande. Cercherò di guidarvi attraverso il miglioramento del vostro profilo personale e vi suggerirò alcune Best Practice per trarre il massimo da questo social.

 

Ecco cosa vedremo in questa guida:

 

Vi anticipo subito che questa Guida è un po’ lunga e vi serviranno almeno una decina di minuti per leggerla, se volete ricevere la versione in PDF e Salvarla per poterla leggere (e rileggere!) avendo il tempo di mettere in pratica, inserite la mail qui sotto!

 

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    Pronti? Iniziamo!

     

    Personal Branding: cos’è e perché ne hai bisogno (anche su Linkedin!)

    Il Personal Branding rappresenta l’immagine che ogni persona costruisce di sé attraverso la sua presenza online. È l’insieme di immagini, grafiche, testi e contenuti che la persona crea e condivide online; quello fa e come lo fa definisce la sua personalità-digitale ed è la chiave per portare chi ci segue a contattarci.

    Questo vale per professionisti che vogliono attrarre nuovi e possibili clienti, ma anche per chi è alla ricerca di collaborazioni o di un impiego. Dimostrare la propria personalità attraverso un Personal Branding forte, deciso e ben posizionato è essenziale per farsi notare.

    Per iniziare a costruire la vostra strategia di Personal Branding è importante che abbiate chiaro il vostro posizionamento, la vostra Mission e A Chi volete comunicare.

    Una buona pratica per chi comincia è imparare dai migliori. Cercate punti di riferimento nel vostro settore e studiate la loro immagine digitale. Come si presentano? Come comunicano?

    Cercate di individuare alcuni elementi chiave che vi piacciono particolarmente (utilizzano colori specifici? Hanno un Tono di Voce particolare, magari ironico o serio? Come interagiscono con il loro pubblico?).

    Iniziate a capire cosa vi piace e, anche se vi sembra banale, cosa NON vi piace. Poi scrivete i vostri valori, i valori della professione che fate o cercate. Definite il vostro elemento differenziante e il vostro perché.

    Il passo successivo riguarda la scelta di un Mood e uno Stile Grafico. La riconoscibilità passa attraverso i testi, le opinioni, lo stile comunicativo, ma anche attraverso i Colori, la Grafica, il logo.

    Il logo non è sempre indispensabile, specialmente se siete alla ricerca di un impiego e non avete una vostra attività professionale in proprio, ma trovare un vostro mood grafico può essere invece decisivo per farsi notare.

    Il vostro Personal Branding deve essere progettato non soltanto per LinkedIn, ma anche per gli altri Social Network, per il vostro Curriculum, per le email che invierete e per tutti gli strumenti di contatto che utilizzerete.

    Per approfondire ulteriormente la questione Personal Branding vi suggerisco di dare uno sguardo a questi articoli sul Blog di Gingernlemon (per chi non la conoscesse, Gingernlemon è l’Agenzia di Comunicazione di cui faccio parte):

     

     

    Le diverse sezioni del profilo Linkedin

     La prima sezione dei Profili Linkedin è l’Introduzione, dove verranno inserirti:

    • Nome e cognome
    • il riassunto (automatico, ma puoi anche modificarlo manualmente scegliendo cosa mostrare) delle tue esperienze lavorative e formative
    • L’attuale posizione lavorativa
    • La località
    • La tua Headline (definita Sommario nelle voci modificabili)
    • La Foto Profilo e la Foto di Copertina.

     

    A seguire la sezione introduttiva abbiamo la Tab ‘Informazioni’ dove ognuno di noi può raccontare la sua attività. È un testo di massimo 2000 caratteri (quindi bello corposo) in cui potete inserire la vostra presentazione, correlata anche da link esterni.

     

    Alcuni consigli: cercate di non essere noiosi, mettete in luce i vostri punti forza e le esperienze chiave, dividete il testo in paragrafi e, se possibile, inserite alcuni titoli per guidare l’utente nella lettura. Siate diretti, veloci e cercate di parlare direttamente al vostro pubblico, senza rinunciare però allo stile che avete scelto per il vostro personal Brand.

     

    Tips: non tutti sanno che Linkedin ha un’indicizzazione SEO interna, il che significa che è buona pratica utilizzare Keywords relative al vostro settore di riferimento nel testo di presentazione, così da cercare un posizionamento ottimale.

     

    Tab ‘In primo piano’ è stata inserita da qualche mese ormai, ma molti profili ancora non la utilizzano. È una sezione che consente di mettere in evidenza alcuni contenuti, che possono essere post pubblicati su Linkedin ma anche link esterni o file (JPG, PDF).

     

    Vi suggerisco caldamente di completarla, primo perché è un elemento nuovo che dimostra la cura e l’aggiornamento costante del vostro profilo, secondo perché vi consente di mettere in luce parte del vostro lavoro, ad esempio un progetto recente completato con successo, un portfolio, un articolo.

    La Tab Attività presenta le vostre ultime attività fatte all’interno del Social: commenti, post pubblicati, link condivisi ecc.

    A seguire nel profilo abbiamo altre Tab importanti come: Esperienza, Formazione, Licenze e Certificazioni, Competenze, Segnalazioni.

    Dovreste cercare di completarle tutte al meglio per ottenere un profilo completo. Nella Tab Esperienza se scegliete di scrivere le mansioni svolte cercate di utilizzare sempre il vostro Tono di Voce, non date per scontato che sia necessario mantenere un tono rigido e serioso; inoltre ricordate che la mansione, il titolo, è sì selezionabile tra le proposte che Linkedin vi fa, ma potete anche scriverlo come ritenete più opportuno, cosa fondamentale soprattutto per chi ricopre (o ha ricoperto) più ruoli all’interno di una stessa divisione/azienda.

     

     L’immagine di Copertina e la Foto Profilo

    dimensioni-profilo-linkedin-personale

     

    Come potete notare all’immagine, le dimensioni delle copertina linkedin aggiornate al 2020 sono 1584px * 396px – mentre quelle dell’immagine profilo sono 400*400pixel.

     

    Che immagine scegliere come copertina?

    Se siete un professionista o avete un attività la scelta migliore potrebbe essere quella di utilizzare una grafica che riporti il logo e/o gli elementi chiave della vostra realtà.

    Se invece non siete imprenditori potreste mettere in luce i vostri valori e/o alcune vostre caratteristiche attraverso:

    • Immagini che vi ritraggono al lavoro
    • Immagini di luoghi che vi rappresentano
    • Colori e grafiche creati da voi o che riescono a rappresentare il vostro lavoro
    • Sovrapposizioni di immagini e parole chiave

     

    E la Foto Profilo come la scelgo?

    La foto profilo è il vostro biglietto da visita principale. Personalmente preferirei le foto a Colori a quelle in Bianco e Nero, ma la cosa fondamentale è che siate in primo piano (massimo mezzo busto), in ordine (come direbbero le nonne) e, possibilmente, sorridenti.

    Attenzione: non inserite la foto del vostro Cane, Gatto, Figlio, Barca ecc: deve rappresentare voi stessi e deve permettere di riconoscervi.

     

     

    Headline

     Hai a disposizione 120 caratteri per far capire subito qualcosa di te: cosa fai, cosa cerchi, come puoi essere utile al tuo pubblico.

    120 caratteri non sono molti, ma rappresentano la primissima impressione e soprattutto la chiave per spingere al contatto.

    Potete mettere in evidenza il vostro ruolo specifico, una vostra caratteristica o il vostro elemento differenziante: la scelta è solo vostra, ma è un campo libero da non lasciare al caso poiché rappresenta la prima riga letta dai recruiter nelle ricerche.

     

     

    Esperienza, Formazione e Certificazioni: cosa inserire e cosa NON inserire?

     È importante inserire tutto, o almeno il più possibile.

    Molte persone spesso si sentono in difetto per aver svolto mansioni e professioni non coerenti/inerenti con quello che cercano e svolgono attualmente. Personalmente ritengo questo pensiero non solo sbagliato, ma anche penalizzante. L’aver fatto, ad esempio, la Baby Sitter da ragazza può avermi fornito skills utili per il lavoro in Team, così come l’essere stata Cameriera può avermi insegnato a lavorare sotto pressione. Molte attività, seppur non inerenti al ruolo che ricopriamo oggi, ci hanno aiutato a formarci come persone per arrivare dove siamo, ed è importante a mio avviso, metterle in luce (anche perché i Recruiter lo sanno e possono capire meglio chi siete vedendo il vostro trascorso).

     

    C’è da dire però che se inserite solamente un’esperienza come ‘Cameriere’ senza specificare nulla in più, senza raccontare le mansioni e cosa avete imparato da quel lavoro, allora è meglio non metterlo.

    Dedicate del tempo al racconto delle competenze che le piccole esperienze fatte vi hanno fornito.

     

    E se non ho ancora nessuna esperienza lavorativa?

    Prima di tutto valutate, se ne avete fatti, di inserire i Tirocini, fondamentali per aiutarvi a muovere i primi passi.

    Pensate eventualmente a collaborazioni o partecipazioni a progetti anche a titolo gratuito, e, se proprio non c’è nulla che si possa inserire, allora date il massimo nella Presentazione (la tab Informazioni) e nel racconto della vostra formazione e delle certificazioni acquisite.

     

     

    Competenze e Segnalazioni: cosa inserire e come richiederle

     La sezione relativa alle competenze è fondamentale perché:

    • Interseca le offerte di lavoro (in cui le aziende inseriscono le competenze necessarie al ruolo e più il vostro profilo corrisponderà alle necessità aziendali maggiori saranno le vostre probabilità di riuscita)
    • Vi permette di mostrare ai recruiter cosa sapete davvero fare
    • Vi consente anche di acquisire importanza agli occhi di chi vi guarda se le competenze vengono confermate da molte persone.

     

    Quando le inserite, non limitatevi solamente alle competenze dirette della vostra mansione, cercate anche di inserire quelle trasversali che potrebbero essere richieste al vostro ruolo e analizzate anche quelle definite Soft Skills che sono importantissime e possono darvi una marcia in più.

    Per far sì che altre persone confermino le vostre competenze dovete fare due cose: la prima è essere davvero bravi in quella mansione (inultile inserire ‘esperto photoshop’ se non lo so utilizzare davvero, cercate di essere onesti), la seconda è confermare voi le competenze della vostra rete, per invogliare gli altri a fare lo stesso.

    E con questa pratica iniziate ad addentrarvi in quella che è la vera forza di Linkedin: la Rete. La condivisione, il dialogo e il confronto sono essenziali in questo Social e sono la chiave per avere successo.

    Le Segnalazioni sono paragonabili ad una Recensione molto più personale ed accurata. Potete farne e potete richiederle.

    Per chiedere una Segnalazione dovete specificare il ruolo e il rapporto di lavoro con la persona a cui chiedete il feedback, cosa molto utile per comprendere come interagite sul lavoro sia con partner che con clienti e colleghi.

    Quando vi sentirete pronti a chiedere una segnalazione ricordate sempre di personalizzare il messaggio che inviate alle persone: siate sinceri, chiedete un feedback quando e se hanno voglia di condividerlo.

     

    Se avete seguito e compilato tutte le sezioni del vostro Profilo Linkedin a questo punto dovreste avere un profilo ottimizzato: e adesso?

    Prima di tutto ricordatevi che il vostro profilo NON è statico e definitivo. Dovete mantenerlo sempre aggiornato! Con le vostre nuove esperienze e competenze, ma anche con eventuali nuovi strumenti che il Social ci mette a disposizione.

     

    Se avete voglia di sperimentare, vi suggerisco di attivare la prova gratuita di LinkedIn Premium, dura un mese e vi permette di testarne le funzionalità e iniziare a capirne di più.

    Per verificare l’efficacia del vostro profilo, inoltre, potete provare un utile strumento di analisi che linkedin vi mette a disposizione: Social Selling Index – cercatelo su Google e cliccate sul primo risultato.

    Diciamo che adesso siete pronti a partire! Avete costruito il vostro profilo e la vostra immagine su Linkedin, adesso per crescere è importante costruire una Rete di professionisti che vi siano utili per imparare cose nuove sul vostro settore, che siano d’ispirazione, che vi aiutino a crescere le Skills Trasversali che vi servono per farvi notare, ma soprattutto è il momento di creare una Connessione con le persone con cui desiderate instaurare un collegamento, il vostro pubblico di riferimento.

    Cercate, e seguite, le aziende per voi fondamentali. Interagite con i loro post, commentate, dite la vostra opinione.

    Interagite il più possibile. Con la testa, mettendo in evidenza le vostre competenze, i vostri pensieri. Più sarete presenti, più otterrete visibilità e risultati.

     

    Ricordatevi però di non inserire in ogni interazione un messaggio commerciale, su LinkedIn siamo interessati alle opinioni e ai contenuti, la vendita se viene, viene dopo.

    Fatemi sapere come si avvia il lavoro su Linkedin e se avete altri dubbi o curiosità: scrivetemi e parliamone insieme!

    Tornano gli approfondimenti sui Tips&Tricks.

     

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    [ Ancora non sai cosa sono i Tips&Tricks? Non preoccuparti, trovi tutto nel mio profilo Instagram sulle Storie in Evidenza. Mi raccomando: non perdere il prossimo Quiz, ogni giovedì nelle Stories! Qui invece trovi la prima puntata su Facebook Ads: la Targetizzazione. ]

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    Continuiamo a parlare del grande gigante Blu: Facebook, e della sua piattaforma pubblicitaria.

    Oggi parliamo proprio dello strumento in sé: il Business Manager!

    Il mio obiettivo non è quello di spiegarvi nel dettaglio ogni funzionalità e strumento presente all’interno del BM, ma vorrei farvi capire che non è vostro nemico e che, anzi, ci potete fare amicizia! 😉

     

    Pronti?! Iniziamo!

     

    Quando Facebook ha sviluppato e, negli anni, ampliato il Business Manager diciamo che in quanto ad Usabilità Utente poteva impegnarsi un pochino di più, perché così com’è per conoscerlo bene devi usarlo quotidianamente e non per 10 minuti.

     

    Dovete immaginarlo come una grande scatola con al suo interno tutto quello che potrebbe servire a chi fa inserzioni pubblicitarie. Quando dico tutto, intendo tutto.

     

    Il Business Manager è pensato, probabilmente, più per essere utili a strutture medio-grandi dove alla stessa azienda fanno carico più pagine Facebook, magari di nazionalità diverse, con account pubblicitari multipli e svariate persone che gestiscono contenuti e inserzioni. In strutture di questo tipo avere un portale a supporto che consente di monitorare, creare, trovare ispirazione, creare report, analizzare, testare e organizzare è fondamentale.

     

    Lo è anche in realtà più piccole, più umane, ma bisogna imparare a utilizzare ciò che c’è di buono e utile senza farsi distrarre o spaventare dalle mille possibilità.

    Nei Tips&Tricks abbiamo parlato del pannello Gestione Inserzioni interno al Business Manager e ci sono stati alcuni dubbi sui tre diversi insiemi (e sottoinsiemi) che lo compongono.

    Partiamo da qui.

     

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    [ Se non sai cos’è il Business Manager e quali sono i primi Step per configurare l’account tranquillo, nelle prossime settimane uscirà un articolo proprio sul ‘primo avvio’ del Business Manager. Se vuoi riceverlo via mail appena esce inserisci il tuo indirizzo qui sotto! ]

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      Dunque: Campagne, Gruppi di Inserzioni e Inserzioni.

      Su Instagram vi ho riassunto velocemente il concetto in questo modo:

      facebook business manager      facebook business manager

       

      Quindi l’insieme principale è quello delle Campagne, dove andremo a definire il nostro obiettivo, al suo interno troviamo Gruppi di Inserzioni e Inserzioni.

       

      La domanda che vi avevo posto era questa:

      Voglio pubblicizzare il mio prodotto/servizio per generare più vendite. Ho individuato e creato due pubblici diversi. Ho creato due messaggi pubblicitari per ognuno dei pubblici. Come costruisco la promozione?

      Dato che l’obiettivo è comune a entrambi i pubblici andrò a creare 1 sola Campagna, ma avendo due diversi pubblici suddividerò in due Gruppi di Inserzioni, ognuno con all’interno due diverse inserzioni. La situazione era dunque questa:

      Stories-Tips&Tricks-Chiara-Simionato business manager facebook

       

      Come abbiamo già detto più volte il primo passo è definire un obiettivo, tant’è che lo stesso Facebook quando creo una nuova campagne la prima cosa che mi chiede è qual è l’obiettivo.

      Ora, quello che mi chiede di inserire Facebook è un obiettivo specifico, definibile all’interno della piattaforma, il nostro deve essere prima di tutto un obiettivo di business. Una meta da raggiungere con la nostra sponsorizzazione. Poi, a seconda di quell’obiettivo, andremo a selezionare quello che fa al caso nostro tra la moltitudine di possibilità che Facebook ci mette a disposizione.

      Nei gruppi di inserzione invece vado a definire il Target e il Posizionamento.

      Nell’esempio su Instagram non ho parlato del posizionamento per non complicare ulteriormente le cose, ma all’interno di una stessa campagna potrei avere due gruppi di inserzioni per lo stesso pubblico, in cui però a variare è il posizionamento.

      In questo caso avrò una soluzione di questo tipo:

      Stories-Tips&Tricks-Chiara-Simionato-2

       

      Alcuni di voi mi hanno scritto in proposito e unendo le varie domande ne uscirebbe qualcosa come:

      ma scusa Chiara, io ho sempre fatto le inserzioni senza dare troppa importanza a queste cose, pubblico un post e lo sponsorizzo, va bene definire il target e il posizionamento, ma non mi basta sponsorizzarlo due volte? Posso cliccare una volta su ‘metti in evidenza il post’ e poi fare una campagna così me lo sponsorizza due volte.

       

      Prima risposta: Mannaggia a voi!

      Seconda risposta: ovviamente le sponsorizzazioni funzionano lo stesso, funzionano sempre, qualsiasi ‘porcheria’ si faccia, perché Facebook ci guadagna! Ma siamo noi a dover dare un ordine e un criterio a ciò che facciamo, per poterlo poi analizzare, monitorare i risultati e utilizzare il nostro lavoro come base per migliorarci.

      Dunque si, potete continuare a fare le cose come le avete sempre fatte, ma potreste anche cercare di mettere ordine nel vostro Business Manager e imparare a definire le cose passo, passo.

      Mettermi lì a pensare una strategia di promozione, magari suddivisa in diverse campagne, mi aiuta moltissimo anche nella struttura del budget, perché riesco ad affidare un budget ad ogni mio obiettivo e per quell’obiettivo vedere cosa funziona meglio: quale pubblico, quale posizionamento, quale messaggio/contenuto.

      In più strutturare tutte le campagne in questo modo mi farà anche perdere meno tempo, perché posso duplicarle, o posso duplicare i gruppi di inserzioni al loro interno per impostare nuovi parametri, o ancora potrei stoppare le inserzioni all’interno di un gruppo perché non performanti e crearne di nuove, e così via.

      Per oggi chiudiamo l’approfondimento sul Business Manager e sul pannello Gestione Inserzioni, il consiglio che mi sento di darvi è quello di sperimentare. Provate o, come si dice in gergo tecnico, smanettate un po’ finché le cose non vi verranno più facili.

       

      Come sempre se avete dubbi o se volete condividere qualche esperienza: scrivetemi qui nei commenti o sui Social!

       

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      [ Se volete leggere la precedente puntata di Tips&Tricks, quella in cui affrontiamo la Targetizzazione, eccola: Facebook Ads: la Targetizzazione. ]

      _____________

       

      Se invece vi interessa il tema Business Manager, sto preparando un articolo sul Primo Avvio, sulle impostazioni dell’account, l’aggiunta delle pagine e degli account pubblicitari e altre cosine interessanti. Mi sta richiedendo un bel po’ di tempo, ma io l’avrei tanto voluto a suo tempo, quindi ho deciso di farlo. Se ti interessa riceverlo in anteprima lascia la tua mail qui sotto!

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        Cosa sono e a cosa servono alla tua attività il Piano e il Calendario Editoriale?

        Sono due strumenti fondamentali per tutte le attività che lavorano online. Ti aiutano a tenere traccia dei contenuti che crei e pubblichi, ad avere sempre sottocchio le cose da fare e da scrivere e, se li utilizzi con costanza e li sviluppi seguendo una strategia, è importantissimo per la crescita della tua attività online e per farti trovare dai clienti.

        Ma vediamo meglio di cosa si tratta.

        Piano e Calendario Editoriale per migliorare i tuoi contenuti online

        Una premessa doverosa: piano editoriale e calendario editoriale non sono la stessa cosa, ma sono complementari.

        Il piano editoriale raccoglie tutte le idee, gli argomenti, gli spunti, le fonti; mentre il calendario editoriale è lo spazio dove queste idee si mettono in ordine. Si organizzano le pubblicazioni, si scrivono i titoli (quasi definitivi) e si assegna un ordine d’uscita.

        Perché dovresti fare un calendario editoriale per la tua attività?

        1. Per non procrastinare
        2. per sviluppare contenuti di qualità
        3. per non inciampare nel ‘oh mio dio devo pubblicare ma non ho idea di cosa scrivere’
        4. per non perdere di vista il tuo lavoro.

         

        Che lo sviluppi per te stesso o per i tuoi clienti il piano editoriale è necessario per non perdere la via. È quell’amico che ti trascina in palestra quando non hai nessuna voglia di andarci e fingi di dimenticartene, ce l’hai presente vero?! Ecco, avere una pianificazione ordinata, aggiornata e sempre sotto controllo è fondamentale per non saltare nemmeno un allenamento!!

         

        Vediamo quali strumenti abbiamo a disposizione per gestire il nostro calendario editoriale.

        Io per le idee e le note al volo, come vi ho già spiegato nel post dedicato alle to-do list che trovate qui, utilizzo Google Keep, che trovo davvero indispensabile.

        E quali sono le applicazioni che meglio si integrano con questa? Quelle di Google, ovviamente!

        Ho iniziato da qualche mese ad utilizzare Google Calendar per il calendario pubblicazioni, lo trovo molto valido, ma come tutte le cose nuove, ve lo dico subito, deve diventare un’abitudine.

         

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        [ E tu lo sai come si costruisce un’abitudine e come si mantiene? Se vuoi scoprire come costruire abitudini solide per la tua produttività leggi questo articolo in cui ti spiego alcune tecniche che ho appreso negli anni: Come costruire una nuova abitudine ]

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        Quindi preparati a portare un po’ di pazienza inizialmente, ma a mio avviso ne vale la pena. Imparare ad utilizzare un nuovo strumento non è mai semplice, lo stesso Google Keep per quanto semplice ed intuitivo va compreso fino in fondo, per riuscire a trarne il massimo vantaggio. Ciò significa che non dovrai soltanto sviluppare una nuova skill, ma dovrai anche capire come tu puoi utilizzare quello strumento.

        A Google Calendar unisco comunque un file excel, dove ho la lista degli argomenti a livello Globale, divisi per Topic (vi suggerisco l’articolo di Riccardo Esposito in cui parla di come suddividere e organizzare i contenuti per il calendario editoriale, personalmente l’ho trovato utilissimo per migliorare la mia organizzazione) .

        Questo file excel per me è una sorta di preview degli articoli. In un foglio ho la lista, con titolo più o meno definitivo, categoria di riferimento e data di pubblicazione, tutto organizzato cronologicamente. In un secondo foglio invece inserisco tutto ciò che mi viene in mente, senza un ordine preciso.

        Delle volte le idee scorrono come fiumi e la colonna ‘appunti di svolgimento’ prende la forma di un articolo vero e proprio. Ma va bene così, è come se fosse la brutta copia della prima stesura, mi aiuta moltissimo anche a rimettere in ordine le idee quando scrivo davvero l’articolo.

        Cosa importantissima: in questo foglio inserisco anche le fonti, i link interni ed esterni da non dimenticare di inserire, le note, che tipo di immagine vorrei inserire e via dicendo. Sembrano banalità, ma un articolo ben studiato per un Blog dovrebbe essere sviluppato per potersi collegare ad altre risorse presenti nel sito. Non sottovalutate mai le potenzialità di tematiche di cui avete già parlato in passato: l’aver già pubblicato un articolo e il relativo post non ‘esaurisce’ il contenuto, il valore di quanto avete prodotto resta solido nel tempo e saperlo riproporre ai lettori potenzialmente interessati deve far parte della vostra strategia di comunicazione.

         

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        [ Vorresti ricevere un template in Excel per la realizzazione del tuo calendario editoriale? Inserisci la tua email qui sotto, lo riceverai entro 24 ore! ]

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          Come sviluppare il calendario editoriale con Google Calendar

          Una volta inserito tutto in excel, trasferisco le pubblicazioni su Google calendar.

          Detta così potrebbe sembrare una ripetizione, un effettuare il lavoro due volte. In realtà in Google Calendar non inserisco tutto il contenuto, ma solo un promemoria sulle pubblicazioni (normalmente titolo e dove viene pubblicato).

          A seconda dei periodi (più o meno intensi) associo dei promemoria ad-hoc per ricordarmi di scrivere/pubblicare/postare sui social. Questo è un passaggio importante, ma non esiste un modo facile per farlo. Ognuno di noi utilizza metodologie differenti: c’è chi organizza il mese di ottobre metodicamente alla fine di settembre; chi organizza le pubblicazioni ogni 15 giorni, chi settimanalmente; c’è anche chi preferisce avere i contenuti pronti e pubblicare giorno per giorno.

           

          Qual è la soluzione migliore per pianificare le pubblicazioni?

          Dipende.

          Da voi, dalle vostre abitudini e da quanto riuscite ad essere costanti.

          Per iniziare il mio consiglio è:

          • dedicate il giusto tempo allo sviluppo del piano e del calendario editoriale. Anche se li sviluppate in un unico file excel suddiviso in fogli va benissimo, non vi servono necessariamente due file diversi. Avete bisogno di un posto dove buttare le idee globali e uno dove iniziare a svilupparle un po’ meglio e segnare fonti e link. Fatelo con calma, se non l’avete fatto finora non cambierà nulla anche se ci impiegate qualche settimana in più. Sviluppate bene questi strumenti e poi dedicatevi alla produzione dei contenuti (potete farlo anche contemporaneamente, l’importante è non farsi prendere dall’ansia di voler pubblicare a tutti i costi);
          • produrre i contenuti del blog con almeno 10-15 giorni di anticipo;
          • programmare le pubblicazioni del blog ogni 15 giorni, per imparare anche a ‘prendere mano’ con gli strumenti;
          • utilizzare le pubblicazioni social ‘live’. Seguite il vostro calendario e pubblicate giorno per giorno per il primo mese, in modo da tenere d’occhio i canali con più costanza e abituarvi a controllare il calendario quotidianamente. Dopo il primo mese inizierei a programmare anche le pubblicazioni social.

           

          “Ma il calendario editoriale lo utilizzi anche per i social quindi?”

          Anche qui: dipende! Dipende da quale social 😉

          Per Facebook normalmente scrivo la tematica principale ed eventuali obiettivi del post, ma il copy vero e proprio lo scrivo quando faccio la programmazione social.

          Per instagram invece lavoro diversamente: sul calendario segno solo le uscite dei post, per tutto il resto utilizzo Planoly, un’applicazione secondo me fondamentale di cui vi ho già parlato in questo articolo: Instagram strumenti e applicazioni utili.

           

          Mi piacerebbe sapere se voi utilizzate il calendario editoriale e in che modo, vi va di raccontarmi le vostre esperienze? Potete scrivermi qui nei commenti, oppure in tutti i canali social, confrontiamoci!

           

          [ Vorresti sviluppare un calendario editoriale per la tua attività ma non sai da dove iniziare? Senti di non avere argomenti di cui parlare e vorresti capire come trovarne sempre di nuovi? Potresti prenotare un’ora di consulenza Skype: ne parliamo assieme e ti guiderò nello sviluppo di questi strumenti! Scrivimi a info@chiarasimionato.it ]

          Chi mi segue su Instagram sa perfettamente cosa sono i Tips&Tricks, ma se tu che stai leggendo non lo sai: sono quiz e spiegoni che settimanalmente pubblico nelle Stories del mio profilo su diverse tematiche. Parliamo di Advertising, di Social, di SEO e molto altro.

          Tranquillo, se te li sei persi trovi tutto negli highlights del mio profilo.

          Qualche settimana fa ho avviato il Capitolo Facebook Ads che è stato uno degli argomenti più dibattuti di settembre e ho ricevuto moltissime domande di approfondimento, a cui ho deciso di dare un riscontro in una serie di approfondimenti attraverso gli articoli del Blog, una risorsa che resta alla portata di tutti.

          Pronti?! Iniziamo!

           

          Le basi di Facebook Ads: la targetizzazione

          Abbiamo iniziato questo percorso sull’advertising su Facebook parlando di Targetizzazione e alcuni di voi mi hanno chiesto perché targetizzare per interessi non sia sufficiente.

          Così, di getto:

          • perché noi utenti di Facebook non siamo censiti solo per interessi;
          • perché gli interessi che Facebook ci attribuisce non sempre sono veri;
          • perché non sempre riusciamo ad essere precisi e specifici con gli interessi;
          • perché conoscere il nostro pubblico significa sapere qualche caratteristica in più rispetto ai soli interessi, il che ci permetterebbe di andare a selezionarlo con più precisione;
          • perché inserire una lista di interessi potrebbe inserire nel nostro pubblico persone troppo diverse tra loro;
          • perché più riusciamo ad essere specifici e stringere la forbice, più ottimizziamo il budget, più il copy sarà specifico e non generalista e di conseguenza il nostro pubblico avrà la sensazione che ‘stiamo parlando proprio con loro’.

          Potrei continuare, ma fermiamoci qui ed entriamo un po’ più nel dettaglio.

          Per approfondire l’argomento dobbiamo scegliere un contesto, così portiamo avanti una sorta di Case History inventata e rispondiamo ad ogni dubbio.

          Per oggi scegliamo il caso di un ristorante vegetariano che organizza corsi di cucina e approfondimenti sulle diete vegetariane e vegane con dietisti e medici locali.

          Come vedete vi ho indicato non solo la tipologia di cliente, ma anche delle caratteristiche di business specifiche che lo differenziano da altre attività.

          [ Prendo questo esempio perché mia madre è Vegana, mia sorella è una Vegetariana-Strana e quando andiamo a cena fuori è sempre un caos, quindi avere più ristoranti così mi semplificherebbe la vita! 😉 ]

           

          Partiamo.

          Sappiamo che il primo passo è sempre quello di fissare un obiettivo.

           

          Quindi: il nostro Ristorante ha lanciato da poco le serate di informazione con dietisti e medici sulle diete Vegetariane e Vegane e vorrebbe aumentare la partecipazione, soprattutto perché sta organizzando dei corsi di cucina in collaborazione con gli stessi medici e dietisti per imparare a cucinare piatti bilanciati e gustosi.

           

          Obiettivo: aumentare l’affluenza alle serate di informazione sulle diete Vegetariane e Vegane.

          Diciamo anche che il nostro Ristorante è di.. Milano!

          Concentriamoci esclusivamente sulla creazione del pubblico (o dei pubblici) a cui indirizzare la promozione con quell’obiettivo in mente, lasciamo stare per ora tutto ciò che concerne Copy, Posizionamento, Strategia, ecc. E diamo per scontato di non avere nessun profilo target già costruito, nessuna Buyer Persona costruita in precedenza.

           

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          [ Non sai cosa sono le Buyer Persona e come costruirle? Leggi questo articolo nel Blog di Gingernlemon: A chi vuoi parlare? Un approccio inclusivo per definire il tuo target. ]

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          Come creiamo il pubblico di questo ristorante?

           

          Inizierei facendo un po’ di ricerca.

          Per fare ricerca ponetevi quante più domande possibili e cercate le risposte.

          Ad esempio:

          • Chi sono i competitors diretti di questo ristorante?
          • Ci sono iniziative simili sul territorio? Magari organizzate da associazioni, farmacia, medici ecc?
          • Chi sono i professionisti che presiedono le serate? Hanno un loro pubblico di riferimento/sono conosciuti/hanno profili social attivi?
          • Oltre ai medici e dietisti, ci sono sponsor per le serate? Ad esempio ditte che producono alimenti o bevande basati sulla soia o simili?
          • Ci sono produttori locali di cibi dedicati all’alimentazione vegetariana e vegana? Se ci sono: hanno dei profili social attivi?
          • Le persone che partecipano a queste iniziative chi sono? Sono esclusivamente vegetariani o vegani?
          • Dove abitano? Vicino al ristorante o sono disposti a fare strada per partecipare alle serate?
          • Sono animalisti? Ci sono associazioni di protezione animale locali?
          • Hanno figli? Piccoli? Vegetariani/Vegani anche loro?
          • Potrebbero essere sportivi? Ci sono associazioni di Yoga o simili vicine al ristorante?
          • Ci sono sportivi di spicco nella zona? Magari qualche Maratoneta che è anche vegetariano o vegano?
          • Alle serate potrebbero partecipare anche i familiari di persone che hanno scelto un regime alimentare vegetariano o vegano. Genitori o Compagni di persone che hanno scelto questo stile di vita. Perché lo fanno? Potrebbero essere interessati a creare piatti bilanciati per tutta la famiglia, ad approfondire eticamente una scelta, a capire se è possibile seguire un regime alimentare ‘ristretto’ e non incorrere in problemi di salute.

          E così via.

          Mano, mano che ci viene in mente un collegamento, lo cerchiamo online e cerchiamo di sviluppare due/tre profili specifici di persone che potrebbero partecipare a questi eventi.

           

          A questo punto leggendo tutte le domande dovresti aver capito le potenzialità di questa ricerca iniziale e di quanto i soli interessi siano limitanti; in più dovrebbe esserti chiaro anche che da qui escono anche tanti spunti e idee per sviluppare diversi copy e messaggi pubblicitari, ma procediamo.

           

          Diciamo che dalla nostra ricerca abbiamo tirato fuori 3 gruppi di persone a cui promuovere le iniziative del ristorante, ne scegliamo uno e proviamo a costruire il relativo pubblico.

           

          Il nostro segmento target è composto da persone che:

          • abitano nel raggio di 20km dal ristorante
          • hanno tra i 25 e i 50 anni
          • lavorano nel raggio di 5km dal ristorante
          • seguono una dieta vegetariana o vegana (per scelta animalista)
          • conoscono uno dei dietisti che partecipa alla serata, tale Mario Rossi
          • hanno difficoltà a bilanciare l’alimentazione e riscontrano carenze di ferro o vitamina b12
          • sono interessati allo Yoga e alla Meditazione

           

          Ci fermiamo qui e andiamo a creare il pubblico.

           

          Iniziamo dai passaggi semplici:

          1. Creiamo un pubblico Salvato;
          2. date un nome al pubblico (siate quanto più specifici possibile);
          3. geo-localizzate inserendo il raggio e ricordate di scegliere l’opzione più pertinente nella tendina ‘tutte le persone in questo luogo’ – in questo caso essendo una serie di eventi locali programmati inserirei ‘tutte le persone che vivono in questo luogo’;
          4. inserite il range d’età selezionato.

           

          A questo punto potremmo dilungarci all’infinito su come agire, vediamo di semplificare perché secondo me ormai un’idea ve la siete fatta:

          • possiamo inserire tra gli interessi generici alcune parole chiave e ci affidiamo ai suggerimenti di facebook;
          • oppure potremmo inserire il nome specifico della pagina facebook di Mario Rossi, e magari un competitor diretto del ristorante, poi il nome della rivista locale sulla dieta vegana, il nome dell’associazione di Yoga vicina al ristorante, inseriamo i dati relativi al lavoro ecc. Tutto ciò che di specifico è emerso dalla nostra ricerca.

           

          Potremmo anche però decidere, ad esempio, di restringere il pubblico andando ad escludere tutte le persone a cui piace Road House (la catena di ristoranti per onnivori, quella con la mucca come logo) – che sicuramente non sono in target con il nostro pubblico ma che potrebbero essere interessati allo Yoga o lavorare vicino al nostro ristorante.

           

          Potremmo anche decidere che questa promozione voglio indirizzarla ad un pubblico che non mi conosce, perché voglio farla diventare un’occasione per accogliere nuovi clienti e non solo per fidelizzare. Quindi potrei decidere di escludere tutte le persone a cui piace la mia pagina facebook, per evitare di disperdere il budget.

           

          Oppure potrei voler includere tutte le persone che hanno già partecipato ad una delle mie serate andando ad aggiungere al mio pubblico tutte le persone che hanno già partecipato a quell’evento.

          Essere specifici nella targetizzazione potrebbe voler dire anche inserire molti meno parametri di ciò che si pensa. Quando lo spiego ai miei clienti faccio sempre questo esempio: se devo inserire gli amanti dello Yoga e come interesse inserisco Sport con molta probabilità la mia inserzione apparirà a molti sportivi completemente disinteressati allo Yoga.

          Inserire pochi parametri non è un male, anzi. In alcune occasioni inserirete solo uno o due parametri (ad esempio i genitori di figli tra i 6 e gli 8 anni interessati al Rugby, due parametri) e va bene così, non dovete preoccuparvi se vi sembreranno pochi, saranno sufficienti per intercettare il vostro target.

           

          La targettizzazione su Facebook è un piccolo mondo a sé, ma se imparate a sfruttarla per ciò che serve alla vostra attività vi aiuterà moltissimo ad ottimizzare il budget a vostra disposizione ed ottenere maggiori riscontri nelle vostre promozioni.

          Si chiude qui il primo approfondimento derivante dai Tips & Tricks!

           

          Ci vediamo su Instagram per i prossimi quiz e qui sul Blog continuerò gli approfondimenti. Se avete domande o tematiche che vi piacerebbe approfondire: scrivetemi anche qui nei commenti o sui social.

          Ve lo dico subito: questo è un articolo – sfogatoio.

          Negli ultimi mesi le cose che mi sento dire più spesso sono:

          • Eh ma non lo sapevo
          • Eh ma chi mi ha fatto il sito non me l’ha detto
          • Eh ma chi mi ha curato i social non sapeva come fare questa cosa
          • Eh ma le sponsorizzate non me le curavano loro ma un altro
          • eh, eh, eh.

          Ragazzi, cerchiamo un attimo di fermarci e fare un po’ d’ordine.

          Allora, nessuno di noi sa (o può sapere) tutto, e se abbiamo un ruolo o una specialità tanto meglio, vuol dire che siamo ferratissimi in qualcosa. Ma il problema che vedo io sta proprio nella gestione del cliente.

          Il nostro obiettivo principale, qualsiasi sia il nostro lavoro (designer, advertiser, copywriter … ) deve essere incentrato sulle necessità del cliente e della sua attività, e dovrebbe essere completo.

          So perfettamente che chi si occupa di progettare e/o sviluppare il sito web generalmente non può occuparsi anche del suo posizionamento, però non ci si può limitare a non farlo, bisogna spiegare al cliente di cosa si tratta, perché non viene fatto, consigliare un professionista per farlo, e via dicendo.

          Non possiamo limitarci a fare il nostro pezzetto perché ci pagano.

          Cioè si, va bene, quello è il nostro lavoro ed è giusto essere pagati per quello, però per etica personale e professionale non possiamo non comunicare gli altri step solo perché non ci competono.

          Sento sviluppatori parlare dei temi custom di WordPress come fossero il Sacro Graal, e poi non fare niente – e dico niente – lato SEO.

          Vedo Social Media Manager aprire pagine Facebook e riempirle di contenuti vuoti, di nessuna utilità per l’utente.

          Leggo testi bellissimi di copywriter incredibili, perfetti anche lato SEO, ma inseriti in pagine con URL completamente errate e fuori contesto e senza meta-tag inseriti.

          Vedo clienti gestire siti in autonomia caricando immagini da 3mega senza alt-tag e scrivendo tutti i titoli in maiuscolo.

          Insomma, vedo cose che voi umani…

          E questa è solo una piccolissima parte.

          Non pretendo, e non è possibile, che un Copywriter si metta a modificare i permalink di un sito WordPress, o a impostare i redirect in pagine che vengono cancellate, ne tanto meno che un Designer avanguardista si impegni in un progetto SEO, ma credo sia nostro dovere informare il cliente, fargli capire quali passaggi mancano perché il lavoro sia completo, spiegargli le cose, indottrinarlo.

          È nostro dovere perché, se continuiamo a lavorare a pezzetti, non riusciremo mai a uscire dal circolo vizioso dei Cugini e dei ‘ragazzi che mi seguono il web’.

          E non so voi, ma io sono stanchina di questi discorsi.

          Il cliente va guidato, e mi rendo sempre più conto che questa è una delle cose di cui le persone hanno davvero, ma davvero, bisogno.

          Dobbiamo far capire il valore dei progetti di comunicazione online spiegandone le varie fasi, a cosa servono e quali vantaggi o svantaggi porta all’azienda farle oppure non farle.

          Abbiamo il dovere di guidare il cliente verso la soluzione più adatta alle sue necessità, per tipologia di azienda, budget a disposizione e obiettivi.

          Per me questa è una delle parti più belle del nostro lavoro: far vedere e capire quanto è complesso nel suo insieme, quante sfaccettature possono esserci di una stessa medaglia.

          Guidare il cliente in questa giungle dimostrandogli che la mia esperienza (e i miei errori!) mi sono serviti da bagaglio culturare per muovermi con sicurezza e destreggiarmi senza difficoltà nelle diverse fasi del progetto.

          E vi assicuro che questa capacità vi viene riconosciuta.

          Perché vengono continuamente assaliti da mille dubbi e perplessità:

          • perché il mio sito non si vede su google?
          • perché non ricevo nessuna richiesta di contatto?
          • ho speso soldi per l’avvio della pagina Facebook ma non ho ricevuto nessun feedback, sono sempre quelle 7/8 persone che vedono i miei post..
          • mi hanno fatto un blog ma non ci scrivo dal 2016
          • mi hanno detto di scrivere le didascalie in inglese su instagram e postare tutti i giorni, ma non so cosa metterci
          • in che senso mi chiede se ho aggiornato il sito e se qualcuno segue la manutenzione?
          • ma perché il mio sito è così lento?

          Sono solo le prime che mi sono venute in mente.

          Insomma, il succo del discorso è: cerchiamo di essere dei facilitatori, e non l’opposto.

          Io personalmente ho scelto di farmi carico anche di problemi non miei, cercando eventualmente collaboratori al bisogno, perché mi rendo perfettamente conto che per chi ha dubbi sul significato della parola ‘dominio’ o ‘resposive’ è davvero complicato riuscire a capirci qualcosa, e io, che invece qualche parolina la mastico, sento la responsabilità di portarli sani e salvi fuori dal labirinto.