Da oltre una decina d’anni il digitale ha portato grandi cambiamenti all’interno del settore Salute e Medicina, ma negli ultimi 2-3 anni alcune abitudini e nuove tecnologie hanno mutato rapidamente il rapporto tra professionista sanitario e paziente.
Stiamo assistendo ad una sorta di “sdoganamento” della professione del Medico così come la intendevano i nostri nonni.
Pur mantenendo importanza e valore all’interno della società, la figura del ‘dottore’ si sta avvicinando realmente al paziente e questa riduzione delle distanze è dovuta soprattutto alle nuove tecnologie che tutti possono avere a disposizione. Un esempio? Se oggi abbiamo un problema, possiamo scrivere al nostro medico di base su WhatsApp e, in alcuni casi, lo stesso medico potrebbe essere nostro amico su Facebook.
I mezzi di comunicazione, evoluti loro stessi con ritmi fulminei, si sono inseriti nelle nostre abitudini quotidiane, cambiando il nostro modo di agire. Qualche anno fa sarebbe stato impensabile poter comunicare con il proprio medico direttamente e serenamente (per un consiglio magari!), avremmo dovuto subirci le lunghe code nelle spoglie sale d’aspetto degli ambulatori di paese.
Calma, non sto dicendo che queste estenuanti attese siano finite, ma il sistema oggi è molto più efficace e se, come tutte le cose, viene utilizzato “con la testa” non crea danni ma apporta valore aggiunto a tutti, semplificando il lavoro del medico e risolvendo i dubbi dei pazienti con una rapidità fino a poco tempo fa inimmaginabile.
Certo, il rischio che alcune persone abusino di questi strumenti è reale, ma fa parte di tutte le professioni oramai ed è una caratteristica evidente del nostro tempo. E’ la demolizione del classico orario dedicato al lavoro che, quando finisce, esclude ogni tipo di contatto con quel mondo. Oggi le email vengono inviate dopo cena e lette alle due di notte quando si rientra dopo una serata con gli amici e i messaggi di WhatsApp si accumulano chat sopra chat anche il sabato e la domenica.
Probabilmente una delle sfide più grandi di questa ‘era digitale’ è proprio imparare a dare il giusto peso al messaggio di lavoro che arriva alle 23.30 per essere in grado di non lasciarsi coinvolgere e gestire la questione alla mattina successiva.
Ma il professionista sanitario non è soltanto il medico di base, in realtà le persone coinvolte in questo mutamento sono moltissime, dal dietologo al fisioterapista, dal ginecologo al dentista, e così via.
Un dietologo potrebbe, ad esempio, sviluppare una sua applicazione personalizzata in cui poter caricare le diete dei pazienti e monitorarne l’andamento, il paziente dall’altro lato avrebbe la sua dieta sempre a disposizione con, magari, delle notifiche che gli ricordino il programma del giorno e potrebbe monitorare lui stesso i progressi registrando lì il suo Diario del Giorno.
Un Dentista invece potrebbe avere un Calendario che invia l’avviso dell’appuntamento anche al paziente, e un ginecologo potrebbe seguire l’evoluzione delle gravidanze delle sue pazienti attraverso un’applicazione dedicata.
Il paziente ipocondriaco che chiede a Google quale strana malattia può avergli causato quella sospetta macchia scura sulla pelle, potrebbe trovare nel Blog del Dermatologo un articolo interessantissimo che risolve ogni suo dubbio; così come la giovane ragazza che non vuole parlare di anticoncezionali con i suoi genitori potrebbe trovare delle risposte e degli ottimi consigli nel Blog del Ginecologo, e così via.
Il web, il digital e l’online sono possibilità di diffondere conoscenza e consapevolezza nonché di sensibilizzare e avvicinare il mondo Salute ai pazienti.
Vi riporto un esempio tratto da un articolo dell’8 Maggio 2017 di Paolo Gangemi scritto per HealthDesk:
“ Un esempio avveniristico di questa proficua collaborazione è l’app Streams, sviluppata dalla società DeepMind in collaborazione con il Royal Free Hospital di Londra per il monitoraggio delle insufficienze renali acute. Grazie all’app, i medici avranno un accesso rapido ai dati dei pazienti, senza dover frugare in archivi; inoltre, in caso di sintomi preoccupanti, anche precoci, Streams invierà un’allerta al personale sanitario: così non solo permetterà a medici e infermieri di intervenire tempestivamente, ma consentirà nella loro giornata lavorativa un risparmio di tempo che potrà essere impiegato utilmente in altre attività.”
[ Per leggere l’articolo completo: clicca qui. ]
In questo articolo non voglio entrare nel merito di come le nuove tecnologie possano semplificare la diagnostica ma vorrei che passasse il paradosso di questa società dell’era digitale: riusciamo a costruire rapporti più umani utilizzando il digitale nelle relazioni di tutti i giorni.
Credo che i professionisti sanitari dovrebbero riflettere e avvicinare la loro pratica a questo mondo Digital Friendly.